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Tardini, L’ Ora della Verità: Il Napoli ha ancora lo Scudetto tra le Mani

  • Immagine del redattore: Rosario Caracciolo
    Rosario Caracciolo
  • 4 giorni fa
  • Tempo di lettura: 4 min

 



✍️ Editoriale – Il giornalista tifoso Rosario Caracciolo

 

“Se vuoi vincere, non puoi avere paura del Parma”



Il campionato non aspetta nessuno. Le parole contano poco, adesso parla solo il campo. E chi pensa che Parma-Napoli sia solo una tappa verso il Cagliari, si sbaglia di grosso. Il Tardini è il nuovo stadio Maracanã, la nuova Wembley, la nuova battaglia da vincere a ogni costo. E chi veste la maglia del Napoli, chi guida questa squadra, chi sogna questo scudetto, deve avere negli occhi il fuoco della determinazione, e nel cuore una sola parola: vincere.

Il pareggio contro il Genoa ha lasciato ferite profonde. Non tanto nei punti – perché il destino è ancora nostro – quanto nell’anima. Il 2-2 subito al 94’ ha lasciato un senso di ingiustizia, frustrazione e rabbia. Ma è proprio in questi momenti che si misura la grandezza di una squadra. Lo sa bene Antonio Conte, che ne ha viste di tutti i colori. Lo sanno i suoi uomini, a partire dai leader come Di Lorenzo, McTominay, Lukaku, passando per la fantasia di Neres e Politano. Non è il momento dei piagnistei, è il momento del coraggio.

 

Una sola strada: vincere!



Lo scenario è chiaro: se il Napoli vince le ultime due, è campione d’Italia. Punto. E se l’Inter ha sempre un orecchio alla radiolina, come si diceva una volta, è perché sa che il suo destino dipende dagli azzurri. Un vantaggio psicologico importante. Ma tutto questo ha un senso solo se a Parma si vince.

Certo, mancano uomini fondamentali come Lobotka, Buongiorno e Juan Jesus, ma ci sono alternative. Ed è qui che si chiede a Conte di essere allenatore-manager: serve coraggio, lucidità, freddezza. Non si può vedere Billing al posto di Raspadori in un finale di gara decisivo, è un messaggio sbagliato, alla squadra e agli avversari.


E ora la domanda: Rafa Marin? È l’unico centrale fisico che può reggere l’urto contro i giganti del Parma, tipo Djuric e Pellegrino, che vivono per i duelli aerei. Siamo sicuri che Oliveira improvvisato stopper sia ancora la scelta migliore?

 

Il Parma ha fame, ma il Napoli ha la gloria!



Attenzione: il Parma è vivo, è motivato. Ha bisogno di punti, gioca per la salvezza. Ma non scherziamo: ci sono oltre 40 punti di differenza tra le due squadre. Il Napoli ha un tasso tecnico e tattico nettamente superiore. Deve solo giocare da Napoli. Deve travolgere, non gestire. Deve segnare e colpire senza pietà. Chi gioca per lo scudetto non può avere paura del Parma o del Cagliari.

E se è vero che gli emiliani possono giocarsi il tutto per tutto all’ultima contro l’Atalanta, questo vuol dire che potrebbero anche fare calcoli. Il Napoli no. Il Napoli deve solo vincere. E poi aspettare, perché all’Inter non basterà scendere in campo: la Lazio, che si gioca l’Europa, non farà da spettatrice.

 

Il Genoa ha fatto la partita della vita: un caso?




Non possiamo non notarlo: il Genoa, salvo da un mese, reduce da quattro sconfitte, ha giocato come se si trattasse della finale di Champions League. Si sono abbracciati al gol come se avessero vinto un trofeo. Legittimo? Sì. Strano? Anche. Ma lasciamo perdere. Guardiamo avanti. Non servono processi, serve reazione.

E lasciatelo dire a chi, come me, tifa Napoli da una vita: l’occasione è ancora lì. Conte, con tutti i suoi errori, è stato un investimento vincente. Perché ha rimesso il Napoli in corsa scudetto quando molti pensavano a una stagione transitoria. Ora tocca a lui portare la barca in porto. E tocca ai suoi uomini non sbagliare più niente.

 

Mercato: segnali di ambizione, ma prima vinciamo




Sul mercato si muove qualcosa di importante. Piace Florentino Luis, il Napoli è vicino all’accordo con il giocatore. E piace Sudakov, per il quale è già arrivata un’offerta importante allo Shakhtar (Per ora rifiutata dal club Ucraino) La società, guidata da Giovanni Manna, ha capito che non si può più sbagliare. Ma prima del futuro, c’è un presente da scrivere con l’inchiostro indelebile.


L’Onda Azzurra invade il Tardini



E poi, una buona notizia: l’Osservatorio ha dato l’ok. I tifosi azzurri residenti in Campania potranno essere al Tardini. 3.500 cuori azzurri pronti a spingere i ragazzi oltre ogni ostacolo. Un’Onda Azzurra che non conosce confini. Una marea di passione che dice solo una cosa: crediamoci!

 

IL PENSIERO DEL GIORNALISTA TIFOSO



Alla fine resta una verità che brucia sulla pelle come il sole d’agosto su uno stadio pieno di sogni: Antonio Conte ha portato a questo Napoli non solo un’identità tattica, ma una mentalità che da troppo tempo mancava. La mentalità della battaglia. Della fame. Della rabbia. Della consapevolezza di essere un grande club. E questo è un patrimonio che va protetto. Con i denti, col cuore, con l’orgoglio di un popolo intero.

Quello che fa rabbia, però, è dover sempre assistere a chi rema contro. A chi giudica il Napoli con il bilancino del pregiudizio. A chi, nei salotti televisivi del Nord, continua a parlare di questa squadra con sufficienza, ignorando lo spirito, la passione, l’inferno che questi ragazzi hanno attraversato per risollevarsi da una stagione devastata. Ma Conte, con le sue urla, la sua presenza, i suoi principi incrollabili, ha risvegliato qualcosa che sembrava perduto: la dignità azzurra.


E oggi, mentre tutti discutono se basti o meno questo calcio verticale e feroce, noi tifosi lo sappiamo: sì, ci basta. Perché preferiamo mille volte un Napoli che si getta nella mischia, che morde, che si rialza, che sogna, rispetto a un Napoli spento, impaurito, borghese. Noi vogliamo gladiatori, non ballerini. Guerrieri, non spettatori. E Conte, in questo senso, è il generale perfetto.

Certo, servono rinforzi. Serve chiarezza dalla società. Serve una linea dirigenziale che supporti davvero un tecnico così totalizzante. Ma il futuro non fa paura, se questo è il punto di partenza. Il futuro ci guarda. E forse, per la prima volta dopo tanto tempo, anche noi abbiamo ricominciato a guardarlo negli occhi, senza abbassare lo sguardo.


Il San Paolo – perché così continueremo a chiamarlo noi (Non c’e’ ne ‘ voglia Dio Diego!)– tornerà a ruggire, a tremare, a spingere. Ma ora tocca alla città intera stringersi attorno a Conte, ai suoi uomini, a questa nuova idea di Napoli. Perché lo scudetto si conquista sul campo, sì, ma anche nel cuore. E noi, quel cuore, ce l’abbiamo grande così. Forza Napoli Sempre!!!!

 
 
 

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