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Tardini d’Inferno: Lì dove il Napoli non può più Sbagliare!

  • Immagine del redattore: Rosario Caracciolo
    Rosario Caracciolo
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min


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Una settimana. Solo una settimana. Questo è il tempo che separa il Napoli dalla sua potenziale apoteosi, dalla vetta più alta dell’era Conte, da una domenica che può entrare nella storia. Ma prima, bisogna passare dal Tardini. E lì, amico mio, non si scherza.

Dopo il pareggio con il Genoa, il margine di errore si è azzerato. Tutto si gioca nei prossimi 180 minuti. Parma è il primo scoglio, quello che può aprire le porte del paradiso o spalancare quelle dell’inferno. I numeri dicono che gli azzurri sono ancora padroni del proprio destino: Napoli primo con 78 punti, Inter a 77. Ma ora servono gambe, cuore, testa, e un’anima incandescente. Perché domenica non si può sbagliare. Non più.

Antonio Conte lo sa. L’ha fatto capire con lo sguardo, prima ancora che con le parole. Ha stretto i suoi uomini come un comandante nell’ora più calda della battaglia. Ha chiesto concretezza, determinazione, lucidità. Perché in partite così non vincono i più belli, ma i più forti. Mentalmente.



I conti sono semplici ma carichi di tensione: vincere contro Parma e Cagliari, e lo Scudetto sarà realtà. In alternativa, replicare i risultati dell’Inter. Lo scontro diretto in parità e la differenza reti favorevole ai nerazzurri (+42 contro +30) rendono anche possibile l’ipotesi clamorosa dello spareggio.

Sette scenari, un’unica certezza: non ci si può permettere altro che dare tutto. Perché ogni minuto può decidere il destino di una stagione. Il Napoli è ancora padrone del suo destino, ma deve dimostrarlo.

Nel cuore della notte emiliana, mentre le gambe correranno sul prato del Tardini, l’orecchio sarà puntato su Milano, dove la speranza è tutta in una frenata della Lazio contro l’Inter. Ma la verità è che non si può più dipendere dagli altri. Non ora.



Antonio Conte è la guida, il simbolo della resistenza, il fuoco sotto le ceneri. Ha trasformato questo gruppo in una macchina razionale e affamata, ha scolpito nel cuore dei suoi ragazzi la parola “credere”. È questa la forza del Napoli: la consapevolezza. Nessuna squadra in Italia oggi ha questa fame, questa tensione agonistica.

Ma attenzione: la fame, se non governata, può diventare ansia. I ragionamenti, i calcoli, le paure – tutto può diventare un peso. E allora la parola d’ordine è: leggerezza. Quella mentale, quella che permette di giocare liberi anche col cuore a mille.

Nel Napoli si respira questa vibrazione. Ma serve anche il popolo. E qui entra in campo Il Giornalista Tifoso.

 

IL PENSIERO DE IL GIORNALISTA TIFOSO



Siamo alle soglie della battaglia finale, fratelli miei. E vi chiedo: dov’è il nostro cuore adesso? A commentare ogni voce di mercato? A farci distrarre dalle chiacchiere da bar? No! Ora è il tempo del silenzio attivo, della fede cieca, della resistenza emotiva. Perché in troppi, anche tra noi, si comportano da tifosi occasionali. Se vinciamo, grandi. Se pareggiamo, tutti zitti. E se perdiamo? Giù insulti, critiche, “non era da prendere”, “non era da mettere”. Ma così si fa il gioco di chi ci vuole sciocchi, di chi gode nel vedere un popolo dividersi, litigare, farsi del male.

Io vi chiamo alla responsabilità. Noi siamo napoletani. E chi nasce napoletano, nasce con l’onore e l’onere di amare questa squadra sempre. Anche quando fa male. Anzi: soprattutto quando fa male.

Le polemiche sterili lasciamole ai cabarettisti da salotto televisivo, agli scribacchini delle testate settentrionali, a quelli che hanno costruito carriere su battute tristi e pregiudizi ridicoli. Noi siamo altro. Noi siamo il Napoli.

E allora, domenica sera, accendiamo le radioline del cuore. Occhi sul campo, orecchie su San Siro, ma soprattutto anima al cielo. Perché possiamo ancora scrivere una pagina indimenticabile. E lo faremo solo se saremo uniti. Tutti. Dalla curva al divano, dal quartiere al lungomare, da Fuorigrotta a Secondigliano, fino agli angoli più remoti del mondo dove batte un cuore azzurro.

FORZA NAPOLI SEMPRE. E ADESSO, TUTTI INSIEME. VERSO PARMA. VERSO LA GLORIA.

 
 
 

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