Napoli, Rivoluzione e Orgoglio: Tra Nuove Sfide e Vecchie Ingiustizie
- Rosario Caracciolo

- 8 set
- Tempo di lettura: 4 min
Il portiere del futuro: la scelta di Conte

Quando il Napoli ha cercato un’alternativa a Meret, gli occhi di Antonio Conte si erano posati su Suzuki, talento del Parma seguito anche dal Milan. Per il tecnico azzurro, le opzioni erano due: Milinkovic-Savic o appunto Suzuki. La trattativa, però, si è arenata davanti alle richieste esorbitanti del club emiliano – 30-40 milioni – e alla volontà del giapponese di restare. Così è arrivata la virata decisa: a fine luglio la porta del Napoli è stata affidata a Vanja Milinkovic-Savic, portiere dal carattere di ferro che ha già dimostrato quanto crede in questa maglia. Non a caso, ha rinunciato alla convocazione in nazionale per restare a lavorare a Castel Volturno: un segnale chiaro di attaccamento e dedizione, mentre il tecnico serbo Stojkovic ha confermato la volontà del suo giocatore di ambientarsi prima in azzurro. Una scelta di cuore e di responsabilità: di questo il popolo napoletano aveva bisogno.
L’ingiustizia degli stadi e lo scippo al Maradona

Le parole del Presidente De Luca hanno scatenato l’indignazione: 150 milioni di fondi regionali per costruire il nuovo Arechi di Salerno, definito “il più moderno d’Italia” e destinato a Euro 2032. Tutto questo mentre a Napoli, città metropolitana, capitale culturale e sportiva del Sud e casa di uno dei club più importanti d’Europa, si continua a discutere su lavori mai concreti al Maradona. Uno squilibrio clamoroso: Salerno, con poco più di 130.000 abitanti e una squadra relegata in Serie C, riceverà un trattamento da élite, mentre restano dimenticate città come Avellino, Caserta, Benevento e Castellammare di Stabia, che hanno storie e tifoserie vive, ma strutture fatiscenti. Qui non si tratta di campanilismo, ma di equità: gli Europei 2032 devono passare per Napoli, per la sua storia, per la sua centralità. Senza Napoli non c’è sviluppo. E se qualcuno pensa di relegare la capitale del Sud ai margini, troverà un muro di dignità popolare e sportiva.
McTominay, l’anima nuova del centrocampo

Arrivato tra lo scetticismo, Scott McTominay ha spazzato via ogni dubbio: dodici gol nella scorsa stagione, un rendimento da MVP e una leadership naturale che lo hanno trasformato in un pilastro del centrocampo di Conte. Il gol contro il Sassuolo ha confermato la sua capacità di farsi trovare pronto nei momenti decisivi. Ma è la Champions League il vero banco di prova: l’obiettivo del centrocampista scozzese è imporsi anche in Europa, dove con il Manchester United non aveva trovato lo spazio meritato. Oggi, con la maglia del Napoli, vuole scrivere pagine di storia.
De Bruyne, il campione che si innamora del Sud

Senza fascia di capitano, ma con la stessa classe di sempre, Kevin De Bruyne si è subito calato nell’universo azzurro. Gol con il Belgio, prestazioni solide, ma soprattutto parole che hanno infiammato i tifosi: “Nel Sud Italia tutti tifano Napoli, è fantastico. È una grande squadra che può crescere ancora molto”. Il belga, con il suo talento e la sua mentalità, rappresenta non solo un rinforzo tecnico ma anche un simbolo: un campione mondiale che sceglie di abbracciare la passione di Napoli, senza alibi e senza scuse.
Anguissa, il cuore che non tradisce

Frank Zambo Anguissa ha vissuto un’estate tormentata, tra dubbi familiari e la possibilità concreta di lasciare l’Italia. Il Napoli aveva persino sondato Frattesi come possibile sostituto. Poi la scelta del camerunense: restare. E l’inizio di stagione ha detto tutto: prestazioni solide, continuità e quella forza fisica che pochi centrocampisti possono garantire. Il suo legame con la città e con il gruppo è la prova che certe volte il cuore sa dare risposte che il mercato non può comprare.
Hojlund, la sfida che cambia Conte

L’acquisto di Rasmus Hojlund ha segnato una svolta tattica epocale per Conte. Non più il centravanti fisico e statico come Lukaku o Lucca, ma un attaccante mobile, veloce, capace di attaccare gli spazi e dialogare con i compagni. Il Napoli cambia pelle: con il danese, il gioco diventa più verticale, rapido, meno prevedibile. Conte dovrà reinventarsi, alternando 4-3-3 e 4-1-4-1, puntando sugli inserimenti dei centrocampisti e sulle combinazioni strette. Una rivoluzione tattica che può portare difficoltà iniziali, ma che apre scenari inediti. Questa è la sfida che distingue i grandi allenatori: saper adattare le proprie idee al talento che si ha a disposizione.
Il pensiero del Giornalista Tifoso Rosario Caracciolo

Guardando tutte queste notizie, emerge un quadro chiaro: il Napoli non è soltanto una squadra, è una rivoluzione permanente. Tra scelte coraggiose come quelle di Milinkovic-Savic, ingiustizie politiche che tentano di ridimensionare la centralità della città, nuovi campioni come McTominay e De Bruyne, fedeltà come quella di Anguissa e sfide tattiche affidate a Conte, la strada è tracciata. Napoli deve rimanere al centro, dentro e fuori dal campo. Non ci servono favori, ci serve rispetto. E noi, da tifosi, da popolo e da giornalisti appassionati, continueremo a ricordarlo al mondo.







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