NAPOLI RISPONDE E RINGRAZIA CONTE E I SUOI 11 LEONI. IL SOGNO CONTINUA… ORA TUTTI A MONZA!
- Rosario Caracciolo

- 15 apr
- Tempo di lettura: 3 min

Quella di Antonio Conte non è una semplice conferenza stampa post-partita. È un manifesto tecnico, umano e polemico. È il discorso di un comandante che non guarda il singolo, ma la trincea. Non guarda il rumore di fondo, ma il sacrificio quotidiano.
Quando dice:
“Penso che spesso il risultato condizioni i giudizi, ma io devo andare oltre”,sta parlando alla stampa, ai tifosi, alla società. È un richiamo al pensiero lungo, alla costruzione identitaria, al lavoro e al tempo. Conte ci tiene a sottolineare che lui non naviga a vista: guarda in prospettiva, osserva chi merita e chi no, chi lavora e chi no.
Poi arriva la frecciata:

“Prima si voleva il 4-3-3, poi dopo Bologna si voleva cambiare ancora...” Qui c’è un colpo secco, diretto al dibattito esterno, probabilmente anche ad alcuni opinionisti locali. È il Conte che rigetta le soluzioni facili, che difende le sue idee, pur consapevole degli errori. Ma oggi ha vinto, e ci tiene a mettere i puntini sulle "i".
“Oggi prestazione di altissimo livello, McTominay, Lukaku, ma anche Mazzocchi, Juan Jesus, Billing…” Qui esplode la vera anima del suo calcio: il collettivo, la meritocrazia, il gruppo che lavora nell’ombra. Non è un caso che citi nomi meno celebrati. Il suo Napoli non è quello delle figurine, è un Napoli operaio, feroce, solido, che ha trovato nei rincalzi i protagonisti. È il modello “Tottenham” o “Inter 2021” applicato al Vesuvio.
Poi arriva l’apice emotivo:

“Stiamo facendo qualcosa di impensabile. Mancano sei partite e teniamo il campionato aperto. Solo per questo ci dovete ringraziare.” Questa frase va scolpita. Conte si prende la scena. Rivendica. Attacca. È stanco di vedersi trattare come “normale”. In una stagione difficile, con una rosa da ricostruzione, con mesi di polemiche, lui è ancora lì, a sei punti dalla vetta, con la miglior difesa, con una squadra che crede. E allora, sì: chiede rispetto. Chiede riconoscimento. Pretende gratitudine.
Nelle altre risposte sottolinea il ruolo dei leader:

“Mi aspetto che i miei leader spostino gli equilibri, oggi lo hanno fatto.”È un chiaro richiamo al gruppo: oggi McTominay e Lukaku hanno dato il segnale. Ma domani tocca ad altri. Nessuno è indispensabile, ma tutti sono chiamati alla guerra.
Quando dice:

“Lavoriamo tanto. Non leggo i social, ma sento l’umore. E i ragazzi meritano di essere protetti”,sta facendo anche da scudo, da padre. Conte si prende la responsabilità, protegge lo spogliatoio, ma allo stesso tempo manda un messaggio all’ambiente: basta isterismi, sostenete questi ragazzi.
🎯 CONCLUSIONE: IL PENSIERO UNICO DI CONTE

Antonio Conte ha ribaltato il tavolo con una conferenza stampa che è una dichiarazione d’intenti. Ha ricordato a tutti che questo Napoli è vivo, che il gruppo è solido, che la crescita passa dalla coerenza e non dalla confusione.
Ha rivendicato scelte, costruito fiducia, alimentato il fuoco dentro. Ha parlato come un leader assoluto, in un momento chiave della stagione. E ora pretende silenzio, supporto, rispetto. Perché oggi, più che mai, il Napoli è la sua creatura. E il sogno… non è affatto finito.
✍️ EDITORIALE – IL GIORNALISTA TIFOSO

Ci sono vittorie che scaldano il cuore e raddrizzano i sogni. Napoli-Empoli è una di queste. Tre gol, tre squilli, tre ruggiti d’orgoglio. La prima tappa della rincorsa è superata e il vento dell’entusiasmo torna a gonfiare le vele azzurre. Il primo tempo aveva fatto storcere il naso, ma nella ripresa è salito in cattedra il collettivo voluto e plasmato da Antonio Conte.
Il tecnico è stato chiaro: chi non vedeva più un Napoli da Scudetto oggi deve chinare il capo. Perché non si può negare l’evidenza: 3-0 senza appello, con una doppietta di McTominay (che Conte aveva chiamato a gran voce) e la firma pesante di Romelu Lukaku, che oltre al gol mette a referto due assist da fuoriclasse. Questi non sono numeri casuali: sono la risposta netta e inequivocabile di un gruppo vivo, che crede nel traguardo, che lavora, lotta e combatte.
Il giornalista tifoso applaude e rilancia, perché le parole di Conte sono la spina dorsale di questo finale di stagione. Ha ragione il mister: stiamo facendo l’impensabile, e lo stiamo facendo nonostante gli scettici, nonostante i detrattori, nonostante chi ha avuto fretta di seppellirci. E allora, chi oggi si arrampica sugli specchi parlando di “Empoli migliore nel primo tempo” (vero D’Aversa?) dovrebbe avere il coraggio di guardare il campo. Il Napoli ha vinto e meritato, e poteva anche dilagare. Adesso testa a Monza, tappa da non sbagliare, perché questi azzurri, se ci credono davvero, possono scrivere la storia. Forza Napoli Sempre!!!







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