Napoli, La Tempesta Azzurra è Tornata!
- Rosario Caracciolo

- 31 ott
- Tempo di lettura: 2 min

Mai, mai dare per “morto” il Napoli di Antonio Conte. Lo avevamo detto dopo il disastro di Eindhoven, quando in tanti avevano già scritto l’epitaffio sportivo di una squadra soltanto smarrita. E invece, come nel 2013 la Juventus di Conte reagì al poker subito a Firenze, anche questo Napoli ha rialzato la testa con ferocia, stendendo prima l’Inter e poi il Lecce. Due vittorie che valgono più dei sei punti in classifica: sono il manifesto del ritorno dell’anima, della fame, della tempra che fa grande una squadra e la proietta di nuovo nella corsa scudetto.

Il merito è del condottiero: Conte ha rianimato un gruppo che sembrava spento, ha restituito convinzione e metodo. Oggi il Napoli corre, ringhia, si sacrifica. E intanto tornano gli uomini: Rrahmani, Lobotka, Hojlund, e presto anche Lukaku. Questi rientri possono trasformarsi nella “tempesta perfetta” del campionato. Il ritorno del danese, già decisivo, è una benedizione per il tecnico e una promessa per il futuro. Lo stesso Anders Hojlund, padre di Rasmus, lo ha detto chiaramente: suo figlio è “pazzo di Napoli”. E lo si vede, perché in campo gioca come uno che ha sposato la causa azzurra con cuore e sudore.

Ma l’altra parte del capolavoro si chiama mercato. A gennaio, il Napoli farà qualcosa — poche mosse, ma pesanti. Il nome caldo resta quello del vice Di Lorenzo: Norton-Cuffy e Juanlu Sanchez in cima alla lista, con Conte che spinge per un profilo già abituato alla Serie A. Sullo sfondo l’outsider Belghali del Verona. E attenzione al centrocampo: l’infortunio di De Bruyne ha scosso le strategie. Il tecnico chiede un uomo fisico, alla Anguissa, non un fine dicitore. L’obiettivo è rinforzare la struttura, non la vetrina. Il direttore sportivo Giovanni Manna dovrà pescare il nome giusto, forse in Premier League, dove piace Mainoo dello United.

Intanto, si prepara la sfida col Como al Maradona: un test insidioso, perché la squadra di Fabregas gioca bene, corre e non ha paura. Ma il Napoli, oggi, è tornato a essere il Napoli. Politano e Lang sono da valutare, ma Conte sa come gestire le energie. L’obiettivo è chiaro: vincere ancora, convincere, e tenere vive le fiamme del sogno.


E poi c’è il “caso morale” di Luciano Spalletti, nuovo allenatore della Juventus. Legittima la sua scelta, certo. Ma resta l’amaro per chi lo aveva creduto “uno di noi”. Quelle parole — “non indosserò mai un’altra tuta” — pesano come macigni. Ora i tifosi azzurri osservano in silenzio, con la delusione di chi ha visto crollare un mito.
Pensiero finale. ilgiornalistatifoso.it ROSARIO CARACCIOLO

Questo Napoli non è morto, anzi è appena rinato. Ha una guida tosta, un’anima ferita ma viva, e una città intera che lo spinge. Chi lo aveva già seppellito, adesso dovrà riscrivere i titoli. Perché quando l’uragano Conte si scatena, anche i sogni degli altri — Milan, Inter, Roma — rischiano di finire sott’acqua. 🌪️💙







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