Napoli, L’ Alba del Nuovo Regno
- Rosario Caracciolo
- 23 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Il calcio non conosce tregua, e a Castel Volturno l’atmosfera della vigilia è densa di attese e interrogativi. Alla prima di campionato, domani al Mapei Stadium contro il Sassuolo, il Napoli di Antonio Conte arriva con una certezza granitica: il peso dello Scudetto cucito sul petto e la fame di chi non vuole fermarsi. Ma arriva anche con una ferita aperta, l’infortunio di Romelu Lukaku, il colosso che aveva trascinato gli azzurri nello scorso trionfo con 14 gol e 10 assist. Una tegola che poteva piegare, ma che invece accende nuove scintille di battaglia.
Conte, con la sua voce ferma e la sua ironia tagliente, ha scelto la via del comando: niente alibi, niente piagnistei, solo lavoro e soluzioni. Ha ricordato a tutti come un anno fa il Napoli seppe reagire a ostacoli ancora più duri, ribaltando sfiducia e scetticismo con compattezza e sudore. “Si vince e si perde tutti insieme”, ha detto, con quella foga che non è semplice retorica ma pugno sul tavolo. Un messaggio chiaro al gruppo, alla stampa e soprattutto all’ambiente: il Napoli non deve dividersi, non può permetterselo.
Il discorso del tecnico è sembrato quasi un manifesto. Non basta avere lo Scudetto sul petto per essere campioni: la storia insegna che i trionfi vanno difesi con unghie e denti, e che i favoriti possono anche cadere rovinosamente. Lo sa bene il popolo azzurro: dopo il primo tricolore di Maradona, arrivò il vuoto. Dopo quello recente con Osimhen, Kvaratskhelia e Zielinski, la squadra finì decima. Questa volta, però, l’uomo al timone è diverso. Conte non è allenatore che accetta il destino, è un condottiero che lo piega.
Senza Lukaku, la strada si complica. Toccherà al nuovo arrivato Lorenzo Lucca caricarsi sulle spalle responsabilità enormi, troppo grandi per un ragazzo appena arrivato? Forse sì, forse no. Conte prepara alternative tattiche, lavora sul 4-3-3 ma non esclude schemi innovativi, persino senza punta di ruolo. Perché se c’è una cosa che non manca a questo Napoli è la varietà tecnica, con innesti come De Bruyne e McTominay pronti a plasmare un centrocampo di ferro e fantasia.
Intanto, il resto della Serie A guarda e trema. Mentre il dio Eupalla, evocato da Gianni Brera, ha scelto di azzoppare il “gladiatore" Lukaku per rimescolare le carte, gli altri grandi club sembrano ancora in letargo. Marotta all’Inter si muove come il “bell’addormentato nel bosco”, il Milan di Furlani pensa solo a vendere, la Juventus annaspa, la Roma attende i lampi di Gasperini. E così, nonostante la tegola, il Napoli resta la squadra da battere, con tre scudetti negli ultimi quattro anni a testimoniare una nuova era.
Il clima è di attesa, di fuoco che brucia sotto la cenere. Le parole di Conte non lasciano spazio a dubbi: “Testa bassa e pedalare”. In questa semplicità sta la grandezza del messaggio. Non servono proclami, non servono guerre di parole. Il campo parlerà, e il Napoli ha la voce più forte di tutte.
✍️ Il pensiero finale del giornalista tifoso Rosario Caracciolo
Amici miei, la verità è semplice: anche senza Lukaku, il Napoli è il padrone della scena. La Serie A riparte e già trema al cospetto della squadra che ha riscritto la storia. Gli altri dormono, noi siamo svegli e con gli occhi di fuoco. Questo Napoli non ha bisogno di alibi: ha Conte, ha la maglia con lo Scudetto e ha un popolo che non molla mai. L’alba del nuovo regno è qui. E chi non lo vede, si prepari a inchinarsi.
Ottima panoramica!!! Congratulazioni!! Ora divertiamoci e speriamo di vedere belle partite ed ottimi risultati. P.S. mi accontento anche di qualche brutta partita se è finalizzata a vincere e non fare la fine dell'Inter dello scorso anno che tutto credeva di volere e nulla ha avuto!!!!!!