Napoli, Investimenti che Brillano: La notte dell’Artemio Franchi
- Rosario Caracciolo

- 14 set
- Tempo di lettura: 3 min

Gli investimenti che fanno la differenza

Gli investimenti, quando sono veri, parlano da soli. Il Napoli lo sta dimostrando sul campo: dopo i 150 milioni spesi la scorsa estate, la società ha rilanciato con altri 200 milioni, più i 60 destinati al team di Antonio Conte in tre anni. Una mossa da grande club, con i conti in ordine e la fame di chi non accetta il decimo posto come destino. Oggi i dividendi sono sotto gli occhi di tutti: i nuovi acquisti non solo si stanno integrando, ma stanno già lasciando il segno.
La notte dei portieri e la paura che gela il cuore

Settimana complicata per la porta azzurra. Prima l’infortunio di Contini, poi lo stop muscolare di Meret, costringendo a promuovere Ferrante come secondo. In campo tocca a Milinkovic-Savic, che dopo pochi minuti cade a terra per un colpo di Mandragora: il pubblico azzurro ha trattenuto il fiato, temendo l’incredibile – che di quattro portieri, ne restasse nessuno. Ma il serbo si è rialzato, ha stretto i denti e ha difeso la porta fino alla fine, dimostrando carattere e sangue freddo.
Difesa di ferro: Beukema e Buongiorno, un muro nuovo

Chi si aspettava una voragine senza Rrahmani, si è dovuto ricredere. All’esordio, Beukema ha giocato da veterano, segnando persino il gol che ha aperto la partita. Al suo fianco, il rientrante Buongiorno ha mostrato fisicità e tempra nei duelli con Kean, riportando sicurezza alla linea arretrata. La difesa azzurra, che negli anni ha avuto giganti come Albiol, Koulibaly e Kim, oggi trova nuove certezze in un mix di solidità e freschezza.
Il centrocampo dei Fab Four: dominio totale

Il cuore del Napoli batte forte a centrocampo. De Bruyne, McTominay, Lobotka e Anguissa formano un quadrilatero che annulla gli avversari con movimenti continui. Non c’è più un punto di riferimento da marcare: il gioco azzurro è liquido, imprevedibile. McTominay è la sorpresa, capace di alternarsi da mediano a incursore, mentre De Bruyne è ovunque, con una freddezza glaciale sui calci da fermo. Il risultato? La Fiorentina ha perso il bandolo della matassa, incapace di reggere l’urto della macchina di Conte.
L’attacco ritrova il terminale

Serviva un centravanti vero, ed eccolo: Rasmus Hojlund. Debutto, gol e una prestazione da dominatore. Difende palla, attacca la profondità, smista con intelligenza. La sua cattiveria agonistica ha ricordato a molti il miglior Lukaku, ma con una freschezza e un’energia tutte sue. La rete segnata, l’assist di qualità, la giocata da rigore procurato: un arsenale offensivo che completa il mosaico azzurro.
Le certezze di Conte e il bicchiere mezzo vuoto

Il Napoli ha dominato a Firenze, ma Antonio Conte non si accontenta mai. Gli ultimi dieci minuti, dopo il gol di Ranieri, hanno fatto storcere il naso al tecnico, che pretende attenzione fino all’ultimo secondo. È questa la mentalità vincente: celebrare la prestazione straordinaria, ma non abbassare la guardia. Ed è così che si costruiscono stagioni da protagonista assoluto.
Juventus, Inter e il segnale azzurro

Il campionato ha già due avversarie dichiarate: Juventus e Inter. La prima lancia segnali di solidità, la seconda resta fortissima nonostante la falsa partenza. Ma a Firenze, il Napoli ha risposto con una prova di forza epocale. La squadra di Conte ha annichilito l’avversario, mostrando di avere qualità, quantità e intelligenza tattica. È il segnale che l’Italia intera non può ignorare: i campioni d’Italia 2023 non sono stati un caso, e oggi c’è un progetto che fa tremare tutti.
Il Giornalista Tifoso – Rosario Caracciolo

Questo Napoli è una meraviglia che non chiede permesso, entra in casa dell’avversario e detta legge. Con De Bruyne glaciale, Hojlund rabbioso, Beukema implacabile e il ritorno di Buongiorno, gli azzurri hanno ridato orgoglio e potenza a un popolo che vuole vincere ancora. Non mi interessa chi prova a minimizzare, chi parla degli ultimi dieci minuti: io ho visto un Napoli padrone del campo, ho visto la paura negli occhi della Fiorentina, ho visto un Conte che non molla nulla.
Il messaggio è chiaro: questa squadra è tornata, è viva e vuole prendersi tutto. Chi non lo capisce, resterà indietro.







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