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Napoli, Il Sogno è a un Passo: McFratm e l'Alchimia di Conte Verso il Quarto Scudetto!

  • Immagine del redattore: Rosario Caracciolo
    Rosario Caracciolo
  • 8 mag
  • Tempo di lettura: 3 min


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Scrivere che il Napoli è vicino allo scudetto oggi, con la linea del traguardo visibile e sette punti da conquistare tra Genoa, Parma e Cagliari, è roba da tutti. Ma farlo quando il pallone rotolava ancora sotto il sole di settembre, quando il vento della sfiducia soffiava forte da ogni angolo d’Italia, è stato un atto di fede, o forse di profezia. E sì, amico mio, sono stato tra i pochissimi a scriverlo, il 16 settembre, in un articolo che oggi profuma di verità.


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Ora Napoli freme. Le bandiere con il numero "4" sventolano come presagi di gloria. Le statuine nei vicoli hanno cambiato volto: c'è Scott McTominay, l'eroe venuto dal freddo nord, diventato "McFratm" per adozione partenopea, protagonista di una trasformazione mistica d

a mediano a icona popolare. A Spaccanapoli, un’ex edicola votiva è diventata il suo santuario. La fede calcistica, a Napoli, ha superato ogni confine. E l'altare laico ora porta il suo volto e il simbolo “N4”: il quarto scudetto è il nuovo miracolo.


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Ma il vero artefice di questa alchimia è uno solo: Antonio Conte. L'alchimista, il condottiero, il demiurgo di una rinascita che sembrava impossibile. Il suo Napoli ha vinto a Lecce in modo machiavellico, con lucidità e ferocia. Ha saputo ricompattare un gruppo sfiduciato, sfinito da un’estate piena di partenze, silenzi e incertezze. Ha trasformato ogni difficoltà in benzina per la corsa tricolore. Perché non è con le rose lussuose che si costruiscono i trionfi, ma con la fame, la testa e l’anima.



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Ora, il cuore della città batte più forte. Da Castel Volturno ai Quartieri, il fermento è ovunque. I vicoli parlano solo azzurro. Ma si avvicina anche il momento della verità per chi dovrà garantire l’ordine pubblico: il Prefetto Michele Di Bari, insieme al Sindaco Gaetano Manfredi e al Presidente Aurelio De Laurentiis, è già al lavoro per evitare il caos. Perché a differenza dello scorso anno, questa sarà una festa che esploderà tutta insieme, tra il 17 e il 25 maggio. Una festa “all’improvviso”, come solo i napoletani sanno vivere.


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Eppure, in mezzo a questa attesa febbrile, c’è chi continua a reprimere la gioia in nome della scaramanzia. Ma stavolta no. Stavolta bisogna crederci. Perché come ha detto qualcuno, “lo scudetto si vince credendoci”. E noi ci crediamo. Perché Conte ha fatto il miracolo, perché McFratm è diventato uno di noi, perché Napoli è pronta, perché tutto questo è stato già scritto da chi guarda il calcio con gli occhi della passione e della verità.

Manca l’ultimo sorso di questo caffè amaro e dolce. Poi, si stapperà lo champagne. E sarà un’altra volta Napoli a brillare tra le stelle.


In Conclusione...


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E allora scriviamola, questa pagina. Con l’inchiostro bollente della fede, con la voce rotta dall’emozione, col cuore che batte più forte ad ogni passo che ci avvicina al traguardo. Perché questa, amico mio, non è solo una cavalcata verso lo scudetto numero 4, è una redenzione collettiva, una ribellione contro il destino che ci voleva ancora una volta illusi e derisi. È il trionfo di chi ha saputo guardare oltre le rovine di un’estate maledetta, di chi non ha creduto ai racconti funebri di certa stampa settentrionale, ma ha avuto la forza di immaginare un’altra storia. La nostra!

Antonio Conte, col suo sguardo di ghiaccio e l’anima infuocata, ha riscritto la geografia della Serie A. Ha preso un gruppo distrutto e l’ha forgiato col sudore, la disciplina e il coraggio. Ha fatto di McTominay, il ragazzo scozzese, il simbolo della rinascita, l’idolo pop di una città che trasforma i guerrieri in santi e le partite in processioni. Ha preso la parola "impossibile" e l'ha ridotta in frantumi sotto la suola degli scarpini.
E ora Napoli è lì. Con un piede nella leggenda. La linea del traguardo si vede, si sente, si tocca. Le facce sono tese ma fiere, i bambini sognano, i nonni piangono, i vicoli esplodono d’attesa. È l’alba di qualcosa che va oltre il calcio. È il riscatto di un popolo che ha sempre avuto un solo torto: amare troppo. Ma stavolta quell’amore è diventato scudo, spada e bandiera.
Chi ci derideva, oggi tace. Chi ci dava per finiti, ora scrive in ritardo ciò che noi, giornalisti tifosi, avevamo già scritto quando il cielo era nuvoloso e il vento tirava contro. Perché Napoli non si racconta solo con i numeri. Napoli si vive. Si annusa. Si scrive con la pelle d’oca.
Tra poco si ballerà!!! Ma intanto, restiamo lucidi. Che il destino si rispetta, ma la storia si prende. Con fame. Con orgoglio. Con un popolo intero che, stavolta, non ha paura di sognare a voce alta.
Perché questo scudetto non è solo un numero. È una rivoluzione sentimentale. Forza Napoli Sempre!!!

 
 
 

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