Napoli, Il Mercato della Svolta: Tra Critiche, Verità e un Futuro da Dominare
- Rosario Caracciolo
- 5 minuti fa
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Finalmente possiamo dirlo a gran voce: dopo tre mesi di chiacchiere, illusioni, sogni e fiumi di parole da parte di professori improvvisati, il tanto amato calciomercato si è concluso. E mai come quest’anno il Napoli esce dalla sessione estiva con un volto nuovo, diverso, ma soprattutto più forte.
Questo è il Napoli di Antonio Conte, un tecnico che già lo scorso anno ha bruciato le tappe, vincendo il campionato partendo da un decimo posto. Un’impresa che nessuno si aspettava, ma che ha restituito agli azzurri la mentalità vincente. E ora, con questa campagna acquisti, il mister salentino ha dimostrato una volta di più la sua coerenza e il suo coraggio nelle scelte.
La lista degli arrivi parla chiaro: Milinkovic-Savic, Marianucci, Beuckema, Gutiérrez, il ritorno di Elmas, l’italiano Lorenzo Lucca, il talento Noah Lang, il giovane bomber Rasmus Højlund – già noto in Italia per la sua esperienza all’Atalanta – e il colpo che ha fatto tremare l’Europa, Kevin De Bruyne.
In uscita salutano gente del calibro di Victor Osimhen, Simeone, Raspadori, Lindstrom, Scuffet, Okafor, Zanoli e tanti altri. Restano invece due giovani voluti fortemente da Conte, Ambrosino e Vergara, simboli di un progetto che guarda al futuro.
C’è chi dice che il Napoli si sia indebolito. Io dico il contrario: questa rosa è stata rinforzata con intelligenza, con qualità e con alternative che permettono al tecnico di variare volto e tattica anche durante la stessa partita. Basta guardare le prime due gare di campionato: a Reggio Emilia contro il Sassuolo, gli azzurri hanno giocato da campioni d’Italia, con un calcio spumeggiante e sicuro; contro il Cagliari, nonostante qualche momento di stanchezza, la partita è stata dominata, con un super Politano a ricordare a tutti cosa significhi avere sette polmoni.
Eppure qualcuno si ostina a parlare di “Napoli indebolito”. Ma questi signori, che forse tifosi del Napoli non lo sono mai stati, conoscono davvero il calcio? O forse parlano solo per destabilizzare?
Il colpo Højlund dimostra la lungimiranza della società. Il ritorno di Elmas aggiunge duttilità e cuore. L’arrivo di De Bruyne spalanca scenari che solo qualche anno fa sembravano impossibili per il Napoli. Certo, manca forse un mediano incontrista, il classico “motorino” che avrebbe completato il centrocampo, soprattutto pensando alla Coppa d’Africa. Ma nel complesso, dare meno di un 8,5 a questa campagna acquisti è pura malafede.
Non dimentichiamo che il Napoli quest’anno ha quattro obiettivi: confermarsi campione d’Italia, tornare protagonista in Champions League, vincere la Coppa Italia e lottare per la Supercoppa italiana. Non ci facciamo mancare nulla
.
E allora sentire certi paragoni fa sorridere. Il collega del nord Paolo Bargiggia ha avuto il coraggio di dire che il Como ha fatto meglio del Napoli, paragonando la campagna acquisti azzurra a quelle “sufficienti” di Milan, Inter e Juventus. Un insulto all’intelligenza dei tifosi e alla realtà dei fatti. Il Napoli, economicamente, è la società più solida della Serie A: senza debiti, con conti a posto e con una squadra che vale oro. Eppure, i soliti noti continuano con il loro rancore verso Napoli e i napoletani.
Ricordo ancora gli sfottò del dottor Criscitiello, dell’esimio Tancredi Palmeri e delle loro trasmissioni, sempre pronti a ridicolizzare Napoli. Bene, signori: oggi Napoli comanda, e voi potete solo farvi venire il fegato amaro. Perché se si parla tanto male di questa squadra, significa una cosa sola: diamo fastidio. E quando dai fastidio, vuol dire che sei diventato grande.
Oggi il Napoli è più ricco, più competitivo, più ambizioso. Forse mai, dai tempi di Maradona, avevamo visto un club così forte dentro e fuori dal campo. Ed è proprio questa forza che scatena le invidie e i rancori di chi ci vuole sempre sotto.
A noi non interessa. Noi abbiamo una fede vera, che non cambia con la classifica, che non si spegne mai. Abbiamo avuto Zoff, Sivori, Iuliano, Improta, Bruscolotti,Maradona, Careca, Giordano, Fabio Cannavaro, fino ai più recenti Cavani, Lavezzi, Hamsik e Quagliarella: uomini che hanno vestito la maglia azzurra e che ancora oggi sono amati come figli di questa città. Perché chi indossa questa maglia non gioca solo per un club, ma per un popolo intero.
Il pensiero del Giornalista Tifoso Rosario Caracciolo
Chiudo con una verità semplice: oggi il Napoli è la squadra da battere. Chi ci critica lo fa per rabbia, chi ci attacca lo fa per invidia. Io dico: grazie. Perché le maldicenze sono il segno della nostra grandezza. Napoli non deve più essere simpatica, ma vincente. E se questo ci renderà odiati dal resto d’Italia, meglio così. Perché la nostra fede è più forte di qualsiasi coro becero o penna avvelenata.
Forza Napoli sempre. 💙
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