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Napoli, Il Punto Che Deve Accendere la Scintilla

  • Immagine del redattore: Rosario Caracciolo
    Rosario Caracciolo
  • 3 nov
  • Tempo di lettura: 2 min
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C’è modo e modo di pareggiare. Il Napoli che ha impattato 0-0 col Como al Maradona non è stato brillante, ma neppure fragile. È sembrato più un gigante che dorme a metà, capace di resistere, ma non ancora pronto a colpire. Eppure qualcosa, sotto quella superficie di apparente calma, si sta muovendo. Antonio Conte lo sa: l’equilibrio difensivo è tornato, ora manca solo la scintilla davanti per rimettere il vento alle spalle e tornare a vincere.


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Il tecnico salentino ha ritrovato una difesa di ferro. Con Rrahmani in campo, la squadra non ha ancora subito gol: una statistica che pesa e racconta più di mille parole. Davanti però si fatica. Hojlund sembra un leone in gabbia, costretto in un sistema che non esalta le sue caratteristiche. Senza De Bruyne, il Napoli ha perso il suo architetto, l’uomo che inventava calcio anche dove non ce n’era. E allora la domanda è inevitabile: può Conte restare fedele al suo credo o dovrà ridisegnare il quadro tattico? Un 4-4-2, magari, con due punte vere, potrebbe restituire imprevedibilità a una manovra oggi troppo piatta.


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Il pareggio contro la squadra di Fabregas ha lasciato più sbadigli che emozioni, ma anche qualche certezza. La solidità difensiva è tornata, Elmas ha mostrato carattere e disponibilità, Milinkovic-Savic ha rimediato al suo errore col rigore parato, e Conte ha potuto osservare un gruppo nuovamente compatto. È poco, ma è la base da cui ripartire.


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Domani arriva l’Eintracht Francoforte al Maradona. E lì non ci sarà spazio per le mezze misure. Serve vincere, non per alimentare illusioni, ma per dare sostanza al progetto. Il Napoli non può permettersi di vivere di “punticini” quando la Champions decide il respiro economico e sportivo della stagione.

 

Pensiero finale: ilgiornalistatifoso.it Rosario Caracciolo 


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 Il pareggio col Como deve essere una scossa, non un alibi. Perché il Napoli di Antonio Conte non può accontentarsi di essere una squadra solida: deve tornare a essere una squadra affamata. Il tempo delle attese è finito. Ora servono gol, rabbia e vittorie. Perché, in fondo, un punto non basta mai a chi è nato per guardare tutti dall’alto.


 
 
 

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