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Napoli, Il Pari che Pesa più di una Sconfitta

  • Immagine del redattore: Rosario Caracciolo
    Rosario Caracciolo
  • 5 nov
  • Tempo di lettura: 2 min
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È finita 0-0 al Maradona tra Napoli e Eintracht Francoforte , quarta gara del nuov format Champions , ma il risultato racconta solo una parte della verità. Perché dietro quei novanta minuti c’è tutto il volto di una squadra che lotta, suda e resiste, ma che sembra imprigionata in una condizione fisica e mentale che non le appartiene.


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La gara è stata un assedio sterile. Il Napoli ha provato a sfondare con Politano, apparso stanco e poco lucido, e McTominay, ieri una delle piu brutte prestazioni viste a Napoli, e con un Elmas monumentale — per distacco il migliore in campo. Il macedone ha illuminato la fascia, coprendo e ripartendo con una maturità che non sorprende più. Accanto a lui, il giovane Gutierrez ha mostrato personalità e corsa, qualcosa che mancava da tempo sulla corsia sinistra. Nella ripresa si erivisto uno straripante e trascinatore Anguissa, che ha provato ma non e bastato a ribaltare le sorti dell’ incontro!


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Ma non basta la voglia quando manca il colpo risolutivo. Il vero punto dolente è stato

Hojlund: isolato, spaesato e mai realmente dentro la manovra. L’occasione nel finale, sciupata con un tiro troppo leggero, pesa come un macigno. Senza un riferimento offensivo concreto, il Napoli si è aggrappato alla solidità di Rrahmani, al sacrificio di Buongiorno e ai lampi intermittenti di Lang e Neres, quest’ ultimo poco incisivo come l’Olandese


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Eppure il problema non è solo tecnico. È strutturale. Gli infortuni — da De Bruyne a Lukaku– — hanno ridotto le rotazioni al minimo. Conte si ritrova con un gruppo logoro, costretto a giocare ogni tre giorni senza fiato né ricambi. E mentre i tifosi chiedono risposte, la società tace. Silenziosa come quando i supporter azzurri vengono puniti per colpe non loro, mentre altrove si minimizzano disordini ben più gravi.


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Chi oggi punta il dito contro Conte dimentica che il tecnico pugliese è uomo da trincea, capace di compattare un gruppo anche nei momenti più bui. Criticarlo ora è da miopi. Il vero nodo è la debolezza societaria, l’assenza di una voce forte che protegga squadra e allenatore.


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Il Napoli resta in corsa in Champions e lotta in campionato. Serve solo una cosa: calma. Perché il giudizio arriverà a febbraio, non sui social ma sul campo. E allora, come sempre, chi oggi parla troppo dovrà rimangiarsi ogni parola. Stiamo calmi e fidiamoci del comandante!!!!


di Rosario Caracciolo – ilgiornalistatifoso.it

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