La Notte del Turnover e dell’Orgoglio
- Rosario Caracciolo

- 3 dic
- Tempo di lettura: 3 min
di Rosario Caracciolo – ilgiornalistatifoso.it- Napoli Cuore Azzurro

Il Napoli torna al Diego Armando Maradona per affrontare il Cagliari di Fabio Pisacane negli ottavi di Coppa Italia, una sfida a eliminazione diretta che arriva in un momento delicato, intenso e decisivo della stagione azzurra. Dopo tre vittorie consecutive — l’ultima, gigantesca, all’Olimpico contro la Roma — l’ambiente è tornato a vibrare, a respirare entusiasmo, a riconoscersi in una squadra finalmente compatta, viva, feroce. Ma proprio per questo, proprio perché il vento è cambiato, questa partita vale più di quanto sembri.
La Coppa Italia non è un trofeo di seconda fascia: lo è solo per chi esce prematuramente. Per chi invece la vuole davvero, per chi la mette nel mirino, diventa un simbolo, una spinta ulteriore, un segnale forte da lanciare alle rivali. E il Napoli di Antonio Conte vuole tornare a mandare segnali, forti e chiari.

LE SCELTE DI CONTE
Il tecnico azzurro, reduce da settimane di emergenza e da un ciclo di gare infuocato, si prepara ad affidarsi a rotazioni profonde. Nel suo 3-4-2-1, è probabile che riposi Milinkovic-Savic, lasciando spazio tra i pali a Contini. In difesa dovrebbero agire Beukema, Rrahmani e Juan Jesus, quest’ultimo favorito in sostituzione di Buongiorno, con Marianucci squalificato.
Sugli esterni, possibile turno di riposo per Giovanni Di Lorenzo, sostituito da Mazzocchi, mentre a sinistra resta aperto il ballottaggio Spinazzola–Olivera. In mezzo, spazio a Elmas, che dovrebbe agire al posto di McTominay, affiancato da Lobotka o dal giovane Vergara. Sulla trequarti probabile il ritorno dall'inizio di Politano, mentre Lucca partirà titolare al centro dell’attacco. Occhio anche a Ambrosino e proprio a Vergara, candidati a subentrare o addirittura a partire dal via nel ruolo di seconda punta.

IL CAGLIARI DI PISACANE
Il Cagliari, dopo aver superato Entella e Frosinone, arriva al Maradona con fiducia e serenità, e soprattutto con la volontà di giocarsela. Gli assenti sono diversi — Belotti, Rog, Zé Pedro, Mazzitelli, Mina — ma Pisacane dovrebbe confermare gran parte dei titolari: Caprile in porta, dietro il trio Zappa–Deiola–Luperto; a destra il talento seguito dal Napoli, Palestra, opposto a Obert o Idrissi; in mezzo Adopo, l’ex Folorunsho e Liteta, in vantaggio su Prati. Davanti, il tandem Esposito–Borrelli, con Felici e Luvumbo pronti a subentrare.

DOPO ROMA, UNA SVOLTA MENTALE
Un dato racconta più di mille parole: la Roma, capolista, ha tirato una sola volta nello specchio in 100 minuti contro il Napoli. Una prestazione così solida, feroce, organizzata non si vedeva da troppo. La svolta tattica forzata dagli infortuni — tanto invocata da tempo da molti osservatori — ha ridato compattezza e identità al gruppo: pressing coordinato, due sottopunte vere che dialogano con la punta, ritmi alti, spirito collettivo.
La scena degli abbracci all’Olimpico, a fine gara, tra giocatori, staff tecnico e medico, ha ricordato quell’unità che portò allo Scudetto. Segnali forti, che raramente mentono.

ORA NON SI PUÒ LASCIARE ANDARE NIENTE
Tra Cagliari, Juventus e Benfica, il Napoli si gioca una fetta cruciale di stagione. Ma è proprio per questo che la Coppa Italia non va snobbata: anzi, va presa per il valore che ha. Conte lo sa, la squadra anche. E la città lo pretende.
Questa notte di Coppa dirà tanto: dirà quanto è profonda la rosa, quanto è maturato il gruppo, quanto è reale la rinascita vista dopo Bologna. Il Napoli è di nuovo in piedi. Ora deve dimostrarlo anche quando cambia interpreti.
Perché il calcio è fatto di momenti. E questo momento il Napoli non può permettersi di perderlo.








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