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Il Napoli e la Sua Crisi di Identità: Quando la Pressione Schiaccia e Conte Sbaglia Le Letture

  • Immagine del redattore: Rosario Caracciolo
    Rosario Caracciolo
  • 9 apr
  • Tempo di lettura: 4 min

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Il Napoli ha perso un’occasione d’oro per avvicinarsi all'Inter, ma a questo punto la realtà è ben chiara: nonostante le buone premesse e le aspettative, la squadra ha mostrato ancora una volta una fragilità mentale inaccettabile. Dopo un pareggio in trasferta contro il Bologna che avrebbe potuto avvicinare il club partenopeo a -1 dalla vetta, la sensazione è quella di un gruppo che non sa gestire la pressione. Non è questione di talento – che è evidente – ma di atteggiamento, gestione psicologica e, soprattutto, delle letture sbagliate di Antonio Conte. Un allenatore che, nonostante la sua esperienza, sembra incapace di prendere decisioni tempestive e strategiche. Ma partiamo dall’inizio.


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La partita contro il Bologna si era messa bene. Un gol di Anguissa che aveva mostrato forza, determinazione e carattere. Un'azione che, seppur con un errore difensivo avversario, era stata un chiaro segno di come il Napoli sapesse muoversi con incisività, mettendo subito la gara sui binari giusti. Ma, come al solito, i problemi sono arrivati al momento di gestire il vantaggio. Una situazione che avrebbe dovuto essere consolidata, con una squadra che, purtroppo, ha smesso di pressare, rallentando il ritmo e perdendo quel piglio che aveva caratterizzato la prima metà di gara.


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Il gol del pareggio del Bologna, un tacco fortuito di Ndoye su assist di Odgaard, è stato una beffa, ma non può giustificare la resa psicologica del Napoli. La squadra ha mostrato il lato peggiore di sé: confusa, passiva, incapace di reagire. Nonostante la qualità e l'intensità di alcune azioni nei primi 45 minuti, il secondo tempo ha evidenziato una squadra senza idee e senza energia. A quel punto, era chiaro che l’approccio mentale dei calciatori non fosse dei migliori.


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Antonio Conte, purtroppo, ha confermato il suo limite maggiore: l’incapacità di leggere una partita e di adattarsi alle circostanze. La gestione dei cambi è stata tardiva e incomprensibile. Quando la squadra non riusciva a risalire il campo e le ripartenze si trasformavano in passaggi sbagliati o palle perse, sarebbe stato cruciale operare modifiche. Ma niente. McTominay è rimasto in campo troppo a lungo, nonostante fosse evidente che il centrocampo non funzionasse come doveva, e Neres, che non stava giocando una delle sue migliori partite, è rimasto fino al fischio finale. La squadra non è mai stata rinforzata nei punti deboli, e i cambi non hanno avuto l’impatto necessario. Il risultato? Un pareggio che pesa come una sconfitta.


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Cosa manca al Napoli in questo momento? La risposta è semplice: mentalità vincente. La squadra sembra incapace di gestire la pressione, di andare oltre le difficoltà. Questo è il punto cruciale: il Napoli non sa vincere quando conta davvero. Non riesce a mantenere il vantaggio, non riesce a chiudere le partite. E tutto ciò non è solo frutto di sfortuna o casualità, ma di un’incapacità di restare lucidi e determinati quando la pressione è alta.


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L'approccio di Conte è sempre stato quello di far emergere il carattere, la forza mentale, ma ad oggi non sembra esserci traccia di questo. La sua gestione della partita contro il Bologna, ma anche di tante altre nelle ultime settimane, ha mostrato la sua incapacità di leggere le gare nei momenti cruciali. L’errore più evidente è la mancata reazione quando il Bologna ha cominciato a spingere. Un allenatore di livello mondiale come lui non può permettersi di aspettare troppo per cambiare il volto della partita. Se Raspadori, Billing e Gilmour sono rimasti a bordo campo senza essere coinvolti, qualcosa non va.


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Il calo psicologico del Napoli è evidente e preoccupante. E qui, la responsabilità non può ricadere solo sull’allenatore. La gestione del mercato da parte della società è stata fallimentare, soprattutto in gennaio, quando la partenza di Kvaratskhelia è stata mal gestita e non è stata trovata una valida alternativa. La dirigenza ha preferito non reinvestire i soldi derivanti da quella cessione, lasciando l'allenatore con una rosa che, pur talentuosa, è troppo corta e troppo esposta a rischi. La gestione di De Laurentiis e Manna è da rivedere, e se Conte non ha le risorse necessarie per gestire una squadra in difficoltà, la colpa è anche loro.


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Ma la vera questione, quella che fa più male ai tifosi del Napoli, è che la squadra ha perso una grande occasione. L’Inter ha frenato, ma il Napoli non ha saputo approfittarne. E il vero dramma non è la distanza dalla vetta, ma la consapevolezza che il Napoli, in questi momenti cruciali, non è più quella squadra che sa lottare fino alla fine. La sua reazione dopo il pareggio è stata da squadra da metà classifica, non da campione in corsa per lo scudetto.


Conclusioni de Il Giornalista Tifoso:


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Il Napoli sta vivendo una crisi d’identità che non può essere ignorata. La squadra non è più quella che ha incantato nelle prime fasi della stagione. La gestione tattica di Conte è insufficiente, la pressione psicologica è troppo forte, e la società non ha dato risposte adeguate sul mercato.
Se De Laurentiis e Manna non sapranno intervenire, rischiamo di veder fallire il nostro sogno scudetto, un sogno che ormai sembra più lontano che mai. La squadra ha bisogno di un'inversione di rotta, ma anche di un allenatore che sappia leggere meglio le partite, di un gruppo che non si lasci schiacciare dalla pressione e di una dirigenza che faccia il suo dovere, reinvestendo i soldi guadagnati dalle cessioni in nuovi acquisti che possano dare equilibrio e sostanza. Solo così, forse, il Napoli potrà tornare a sognare. Forza Napoli Sempre!!!

 
 
 

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