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Il Maradona in Fiamme!… Napoli-Atalanta, Dentro o Fuori

  • Immagine del redattore: Rosario Caracciolo
    Rosario Caracciolo
  • 22 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

di Rosario Caracciolo – ilgiornalistatifoso.it-Napoli Cuore Azzurro


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 “Riaprire il caso De Laurentiis? Non se ne capisce il senso


«Non capisco l’urgenza di farlo uscire», «non capisco perché riaprire la questione»: parole che pesano come macigni nella vigilia più nervosa della stagione. La tempesta giudiziaria torna a sfiorare il Napoli, e l’impressione è la stessa di molte notti recenti: sollevare polvere quando anche l’accusa aveva riconosciuto l’assenza di vantaggi per il club non ha logica sportiva, né logica procedurale. Ma questo è il contorno: il piatto principale si gioca sul prato del Maradona.


Conte, la frattura e il faccia a faccia


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Una certezza, però, esiste: il confronto a Castel Volturno tra Antonio Conte e la squadra non è stato un semplice chiarimento, ma un dibattito duro, necessario, “occhi negli occhi”, come filtrato. Perché dopo un novembre senza vittorie tra Serie A e Champions, il Napoli ha toccato un punto di tensione altissimo. E poi c’è il tema della pausa del tecnico: «Forse andava anticipata la comunicazione», si sussurra. Ma Conte resta Conte: anche da lontano non ha davvero staccato la spina, restando collegato con Stellini. Atteggiamento che racconta tutto del suo carattere.


 La sfida totale: otto partite in ventisette giorni


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La partita contro l’Atalanta è più di uno scontro diretto: è l’inizio di una maratona feroce. Juventus, Roma, Udinese, Qarabag, Cagliari, fino alla semifinale di Supercoppa contro il Milan. Un calendario che non permette esitazioni né rallentamenti. Il Napoli recupera pezzi: Gilmour, Spinazzola, Meret, Lukaku. Ma resta il buco enorme dell’infortunio di Anguissa, che ribalta le gerarchie del centrocampo.

   

 Le scelte di Conte


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Due sistemi in ballottaggio. Nel 4-3-3, Milinkovic-Savic tra i pali; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Gutierrez in difesa; Elmas, Lobotka, McTominay in mezzo; e davanti Politano, Hojlund, Neres.

Nel possibile 3-4-2-1, spazio a Juan Jesus, con Di Lorenzo laterale, Gutierrez più alto, Neres alle spalle di Hojlund e ballottaggio tra Politano e Lang. Un bivio tattico che rivela la volontà del tecnico: controllo o aggressione?


NAPOLI (1-4-3-3): Milinkovic-Savic; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Gutierrez (Spinazzola); Elmas. Lobotka, McTominay; Politano, Hojlund, Neres (Lang). All.Conte.


NAPOLI (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Rrahmani, Buongiorno, Juan Jesus (Beukema); Di Lorenzo, Lobotka, McTominay, Gutierrez; Politano (Lang), Neres; Hojlund. Allenatore: Conte


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L’Atalanta di Palladino, rivoluzione a metà


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L’altra metà della sfida porta la firma di Raffaele Palladino, che debutta sulla panchina nerazzurra proprio nella sua Napoli. La sosta ha regalato al nuovo tecnico pochi giorni reali di lavoro, ma idee già chiare: 3-4-2-1, con Carnesecchi in porta, Kossounou, Hien e Ahanor dietro, Bellanova e Zappacosta sugli esterni, e talento puro sulla trequarti: De Ketelaere più uno tra Lookman e Sulemana, alle spalle di Scamacca.


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PENSIERO FINALE


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Il Maradona sarà tribunale e ring, giudice e teatro. Qui non bastano buona volontà o dichiarazioni: servono identità, coraggio, fame. Da una parte un Napoli che cerca sé stesso; dall’altra un’Atalanta che vuole rinascere nel giorno più complicato. Una partita che non perdona chi esita: la stagione cambia qui, adesso, senza appello.


 
 
 

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