Hojlund, L’Arma Segreta di Conte contro il City
- Rosario Caracciolo

- 16 set
- Tempo di lettura: 3 min
La “sorpresa” di Firenze

La notte di Firenze ha regalato al Napoli un nuovo protagonista. Rasmus Hojlund, appena arrivato e subito decisivo, ha timbrato il cartellino al debutto con un gol da bomber vero, conquistando in un attimo il cuore dei tifosi. Un colpo da predestinato: bastate 48 ore per assimilare i movimenti chiesti da Antonio Conte, quasi fosse nato per indossare l’azzurro. La sua ironia sui social (“il primo giorno al nuovo lavoro non mi ha deluso”) è la perfetta fotografia di un ragazzo pronto a diventare il nuovo simbolo europeo del club partenopeo.
L’investimento di De Laurentiis

Dietro il colpo Hojlund c’è la mano ferma del presidente Aurelio De Laurentiis: 50 milioni promessi al Manchester United per assicurarsi un attaccante che fino a ieri veniva trattato come riserva, nonostante i 75 milioni spesi dagli inglesi due stagioni fa per strapparlo all’Atalanta. Un investimento che oggi appare una mossa da maestro: mentre lo United arranca, a Napoli il danese diventa l’arma in più per la Champions League.
La macchina di Conte

Tre vittorie su tre in campionato contro Sassuolo, Cagliari e Fiorentina hanno confermato la crescita della squadra. Antonio Conte, maniacale e insaziabile, ha saputo miscelare il gruppo storico con i nuovi innesti. In difesa, l’assenza di Rrahmani è stata colmata da Beukema e dal rientro di Buongiorno. A centrocampo, il lavoro di Lobotka e Anguissa ha garantito equilibrio, mentre Kevin De Bruyne, con freddezza da fuoriclasse, ha firmato un rigore che ha gelato il Franchi. Davanti, oltre alla sorpresa Hojlund, spicca la forma strepitosa di Politano e la variabile tattica di McTominay, pronto a inserirsi con continuità.
I dubbi di formazione

Il tecnico pensa a qualche sorpresa per il match europeo. Assenti sicuri Contini, Lukaku e Rrahmani, potrebbe esserci spazio per Mathias Olivera al posto di Spinazzola, nonostante la super prestazione di quest’ultimo contro i viola. In porta resta il ballottaggio: da un lato l’esperienza di Alex Meret, dall’altro l’ascesa di Vanja Milinkovic-Savic, candidato a giocare dal primo minuto all’Etihad.
L’ombra del Manchester City

Giovedì sera l’Etihad Stadium sarà il palcoscenico di una sfida da brividi: Manchester City-Napoli. I campioni di Pep Guardiola, reduci dalla vittoria nel derby e trascinati da un devastante Erling Haaland, rappresentano la montagna più alta da scalare. Il talento Jeremy Doku ha già lanciato il guanto di sfida: “Non avremo pietà, vogliamo vincere ogni partita”. Parole che suonano come un avvertimento, ma che per il Napoli sono una motivazione in più per dimostrare il proprio valore in Europa.
L’attesa e la consapevolezza

Al centro sportivo di Castel Volturno si respira concentrazione. Gli azzurri hanno ripreso gli allenamenti con sedute intense, alternate tra palestra e campo. La testa è già proiettata verso Manchester. C’è chi scaramanticamente invita a frenare l’entusiasmo, ricordando che l’Inter solo pochi mesi fa sfiorava la Champions, e che la Juventus resta un’avversaria da non sottovalutare. Ma il Napoli oggi ha qualcosa di diverso: solidità mentale, consapevolezza dei propri mezzi e un’identità che porta il marchio indelebile di Antonio Conte.
Il pensiero del Giornalista Tifoso Rosario Caracciolo

Amici miei, questo è il momento che aspettavamo. Il Napoli non è più la comparsa di lusso, ma una realtà pronta a recitare da protagonista in Italia e in Europa. A Firenze abbiamo visto una squadra capace di imporsi con autorità, con uomini che non tremano davanti alla sfida. L’arrivo di Hojlund è stato il colpo che serviva: giovane, affamato, pronto a lottare. Giovedì ci attende l’Etihad, il fortino del City di Guardiola e Haaland, ma non dobbiamo avere paura. Questa squadra ha forza, qualità e carattere per giocarsela ovunque. La stampa del Nord può pure minimizzare, può trovare il “pelo nell’uovo”, ma la realtà è che questo Napoli di Conte è un rullo compressore. Noi tifosi lo sappiamo: il cielo d’Europa può tingersi ancora d’azzurro. E sarà la storia a ricordarlo.







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