Eindhoven, Il risveglio più amaro: Ora Conte guardi in faccia il Napoli!
- Rosario Caracciolo

- 23 ott
- Tempo di lettura: 3 min

Il 6-2 di Eindhoven non è una semplice sconfitta. È una ferita aperta, una lacerazione profonda nell’anima di un popolo che da anni accompagna la propria squadra con fede cieca e amore viscerale. Contro il PSV, il Napoli non è solo caduto, è crollato. E non per un incidente di percorso, ma perché qualcosa, là dentro, si è spezzato.
C’è la sensazione che la squadra non si riconosca più, che quella forza di gruppo che aveva portato allo scudetto sia evaporata, lasciando spazio a egoismi, tensioni e incertezze. Un anno fa gli azzurri erano un’armata, oggi sembrano un mosaico di pezzi che non combaciano più. Antonio Conte, da leader esperto qual è, lo sa bene: i segnali erano arrivati, e la sua calma apparente sa tanto di inquietudine masche
LA FRATTURA

L’estate aveva portato entusiasmo, nove nuovi innesti, giovani promesse e il sogno di un ciclo lungo. Ma il campo, come sempre, non mente. Dei nuovi, solo Hojlund e De Bruyne hanno davvero inciso; gli altri, finora, si sono persi tra inesperienza e adattamento. Milinkovic-Savic, solido ma incerto nei momenti chiave, Beukema che scopre che Napoli non è Bologna, Lang ancora prigioniero delle sue pose più che del suo talento, Gutierrez e Marianucci in balia degli eventi.
Il problema non è il singolo errore, ma il vuoto di identità. Il Napoli di Conte non ha ancora un’anima. E quando non c’è anima, nemmeno la tattica più rigida regge l’urto del primo vento contrario.
LA LEZIONE DI EINDHOVEN

Al Philips Stadion, dopo un avvio anche promettente, la squadra si è liquefatta come neve al sole. Il vantaggio di McTominay, autore di una doppietta da leader, sembrava preludere a una notte di riscossa. Invece è stata la notte della resa. Un’autorete di Buongiorno, errori in serie di Gilmour, il blackout totale della linea difensiva, la follia di Lucca: tutto ciò ha trasformato una partita in una tragedia sportiva.
Conte, a fine gara, ha parlato di “fragilità” e “mancanza di compattezza”. Parole giuste, ma che ora devono tradursi in fatti. Il Napoli non può continuare a nascondersi dietro il pretesto del tempo: il tempo è già scaduto, e sabato al Maradona arriva l’Inter.
LA RESPONSABILITÀ

Si può sbagliare, si può cadere, ma non si può perdere la dignità. Il 6-2 resterà una macchia indelebile, un simbolo di quanto questo gruppo si sia smarrito. Ma è anche il punto di ripartenza. Conte deve ora guardare in faccia il proprio spogliatoio, separare chi crede ancora nel progetto da chi è venuto solo per indossare una maglia prestigiosa.
E serve anche la voce della vecchia guardia: Di Lorenzo, Lobotka, Spinazzola, uomini che conoscono la pressione e l’orgoglio di questa città. Devono farsi collante, perché senza unità non ci sarà risalita.
IL PENSIERO VA ALL’INTER…SERVE REAZIONE!

Chi ama Napoli non chiede scuse, chiede reazione. Non vuole parole, vuole vedere il fuoco negli occhi, la rabbia di chi difende un sogno. È giusto criticare, ma ancor più giusto pretendere che chi indossa quell’azzurro lo faccia con rispetto e ferocia.
Questa città ha sopportato umiliazioni peggiori, ma ogni volta si è rialzata con l’orgoglio di chi non si arrende mai. Ora tocca al Napoli di Conte dimostrare di essere all’altezza del nome che porta.
Perché sabato contro l’Inter non si gioca solo una partita. Si gioca una rinascita morale. E se qualcuno non se la sente, lasci pure spazio a chi ha ancora fame.
Napoli non vuole alibi, vuole anima.
🔥 Pensiero finale del giornalista tifoso: Rosario Caracciolo

La disfatta di Eindhoven è un campanello d’allarme che suona forte dentro Castel Volturno e nelle orecchie di De Laurentiis, di Conte e di tutti. Ma il tempo dei proclami è finito. Chi indossa questa maglia deve ricordarsi che qui non si gioca per il contratto, ma per una città che vive di calcio, di passione, di fede. Ora basta con gli esperimenti, con le giustificazioni e con la timidezza tattica. Il Napoli deve tornare ad essere il Napoli. Non è un consiglio. È un dovere verso la sua gente. 💙







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