🔵 Cuore Azzurro e Mal di Napoli
- Rosario Caracciolo
- 6 ott
- Tempo di lettura: 3 min

Primo tempo da incubo

. Contro il Genoa, il primo tempo è stato una sinfonia stonata. Indecente, inguardabile, amorfo: scegliete pure l’aggettivo che preferite, ma la sostanza non cambia. Zero tiri in porta, un’unica occasione divorata da Politano, e un atteggiamento che ha lasciato interdetti anche i più ottimisti. Il 4-3-3 tanto invocato da alcuni opinionisti “da tastiera” si è dimostrato ancora una volta una favola per bambini, buona per i bar ma non per la Serie A. Non è questione di numeri o moduli, ma di mentalità, gambe e qualità. E il Napoli del primo tempo non aveva né l’una né l’altra.
La scossa del campione

Poi, però, la luce. Bastano quarantacinque minuti, anzi quaranta, a Kevin De Bruyne per cambiare la storia della partita. Il belga entra, illumina, incanta. In 3 passaggi chiave crea più calcio di quanto si sia visto in tutto il primo tempo. L’intesa con Hojlund è una sinfonia azzurra: già tre azioni da gol nate dal loro asse, tre prove di un’intesa che profuma di futuro. Gol annullato per un fuorigioco millimetrico, ma la sostanza resta: quando i due dialogano, il Napoli diventa irresistibile. E se Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri, De Bruyne ruba tempo e spazio agli avversari per regalare sogni al popolo napoletano.
Le scelte e le spine

Ma non tutto è oro quel che luccica. Le scelte di Antonio Conte dividono e faranno discutere. Il turnover, necessario ma rischioso, ha portato due nuovi infortuni: Lobotka e Politano out, entrambi spremuti fino all’osso. È lecito chiedersi se un po’ di rotazione in più non fosse opportuna. L’Inter, per esempio, ha riposato Çalhanoğlu e dominato lo stesso. Conte, invece, ha preferito insistere sugli stessi uomini, pagando un conto salato in termini fisici. E poi c’è il caso Noa Lang: un acquisto da quasi 30 milioni lasciato a prendere polvere. Il talento olandese va messo dentro, non tenuto in vetrina. Perché la stagione è lunga e servono energie nuove.
Numeri e verità
Eppure, i numeri raccontano anche un’altra verità. Questo Napoli segna, eccome se segna: 12 gol in 6 partite, media di 2 a gara. Un salto enorme rispetto alla scorsa stagione, quando i gol arrivavano col contagocce. Però, dietro, si balla troppo: 9 reti subite sono un campanello d’allarme. La squadra di Conte deve ritrovare la compattezza che aveva reso d’acciaio la difesa un anno fa. Sì, perché la fase difensiva non è solo una questione di difensori, ma di squadra. E se l’intensità cala, l’avversario punisce.
Gli uomini decisivi

Tra le note liete c’è anche il ritorno in grande stile di Spinazzola, che a sinistra ha riaperto la carreggiata chiusa da mesi. Subito decisivo nell’azione del gol di Anguissa, l’ex romanista ha messo in campo corsa, tecnica e quella voglia di rivalsa che contagia. A fine gara, è arrivata anche la meritata convocazione in Nazionale di Gattuso: segno che la crescita è reale e sotto gli occhi di tutti. E poi c’è Hojlund, sempre più centravanti vero, spietato, freddo, concreto. Quattro gol tra campionato e Champions, ma soprattutto una fame che trascina il gruppo.
Riflessione finale del Giornalista Tifoso ROSARIO CARACCIOLO

Il Napoli vince 2-1 in rimonta, resta in vetta con la Roma e chiude questa prima parte di stagione con 15 punti in 6 giornate. Eppure, non bisogna farsi abbagliare solo dal risultato. La squadra di Conte è forte, viva e determinata, ma paga ancora l’eccessiva dipendenza dagli stessi uomini e una condizione fisica non brillante. La sosta arriva come manna dal cielo: serve recuperare energie, rifiatare e — soprattutto — imparare dagli errori. Perché la Serie A non perdona, e il vero salto di qualità passa anche dal saper gestire le forze e le alternative. Il tecnico azzurro deve ora dimostrare la sua grandezza non solo nella grinta, ma nella gestione. Perché il Napoli non ha bisogno di eroi isolati, ma di una squadra lucida, feroce e consapevole. E quando rientreranno tutti, caro Antonio, ricordati una cosa: a Napoli la passione non chiede scuse, ma risposte. E vincere non basta: bisogna convincere.
💙 Forza Napoli sempre. Perché soffrire con questa squadra è un privilegio, ma gioire con lei è una fede.
Commenti