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Ora Basta Chiacchiere Adl!

  • Immagine del redattore: Rosario Caracciolo
    Rosario Caracciolo
  • 26 mag
  • Tempo di lettura: 4 min

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Neanche il tempo di fumarsi un sigaro che già se ne vuole accendere un altro. Si potrebbe descrivere così il momento che vive il Napoli, sospeso tra uno scudetto conquistato con merito e la famosa festa con i pullman scoperti ancora da celebrare.

In questo clima surreale, i tanti italioti che affollano social, tv e carta stampata dimostrano ancora una volta quanto sia distante la parola “rispetto” dal loro vocabolario, soprattutto nei confronti di un popolo fresco Campione d’Italia.


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Addirittura si sono messe sotto la lente le immagini dell’abbraccio post-scudetto tra il presidente De Laurentiis e il tecnico Antonio Conte. Ma perché questo interesse? Forse perché c’è di mezzo la Juventus?

La vera domanda, però, è un’altra: davvero Antonio Conte rinuncerà alla possibilità di affrontare la Champions League con un gruppo già rodato, con possibili rinforzi di spessore (almeno secondo le promesse del presidente), per buttarsi in una realtà – quella bianconera – che oggi non gli offre le stesse garanzie?


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In queste ore abbiamo letto di tutto: “Vuole tornare a casa”, “Con Conte sul tavolo anche Osimhen (e qui Sportitalia, nella figura del direttore Criscitiello, persevera negli stessi errori dello scorso anno), Rapporto incrinato” ma per motivi extra-campo: mancanza di strutture, centro sportivo, stadio, eccetera eccetera…


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Si dimentica troppo in fretta che c’è un popolo da rispettare. Non basta Allegri per chiudere la questione. È vero: durante l’anno Conte non ha mai blindato pubblicamente la sua permanenza, nonostante un contratto triennale fino al 2027. Forse perché il progetto non era suo, ma solo dell’ingegner De Laurentiis, ancora una volta opaco sul fronte della chiarezza.


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Possibile che si arrivi sempre alla fine per sistemare le cose? Episodi simili sono già accaduti con Benitez, Ancelotti, Sarri e infine Spalletti. Ora ci risiamo con Antonio Conte.

Eppure, è stato vinto uno scudetto con merito. Ma la programmazione continua ad essere approssimativa. Non basta certo un sogno chiamato De Bruyne. Non si può parlare di costruire uno stadio da 70.000 posti con 120 salottini se non si ha nemmeno un progetto, un terreno, o i fondi. Senza contare l’assenza di liquidità e la diffidenza dei privati nel collaborare con il presidente De Laurentiis.


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Sul settore giovanile, poi, stendiamo un velo pietoso: si doveva partire almeno un anno fa con acquisizione dei terreni, permessi e progettazione. Eppure…

Antonio Conte non è tipo da andarsene alla prima difficoltà. Con un contratto fino al 2027, con la Champions alle porte e una squadra che ha forgiato con mano propria, è difficile immaginare che lasci per problemi che già conosceva. Il centro sportivo non c’era quando è arrivato, e non poteva certo apparire per magia dopo lo scudetto.

È tempo di verità. Basta teatrini. Niente più voci su Juventus, niente più “ti vogliamo bene, non ti possiamo dire altro”. Basta mettere Conte alle strette, salvando il carnefice, e poi mandarlo al patibolo.



QUESTA NOTIZIA RISALE A SEI GG FA'!!!
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Non è Allegri la soluzione. Ora ci aspettiamo che la società si esponga, con parole vere, non tramite terze persone, né scaricando responsabilità.

Ci sono 22 punti guadagnati in tre mesi, siamo partiti dal decimo posto, e il timore è che tutto venga rovinato di nuovo da motivi economici. I calciatori che hanno vinto vorranno riconoscimenti anche sul piano economico. È programmazione, questa?.

Ben venga il pullman per festeggiare i Campioni d’Italia, che hanno restituito lustro a un club e una città. A loro si deve rispetto, lealtà e chiarezza. E la certezza di non essere presi in giro.

Antonio Conte deve restare. Perché se resta, significa che c’è futuro. Non un progetto, ma una costruzione. Anche se tra un anno il Napoli non avrà nemmeno una casa a Castel Volturno.


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Signori miei, non facciamoci fregare di nuovo. L’anno scorso abbiamo creduto a tante promesse. Ma stavolta abbiamo un uomo che ama questa città, che si è fatto napoletano dentro, che si è lasciato abbracciare e amare come un figlio adottivo. Un tecnico che ha dato tutto, reinventando ruoli, sacrificando moduli, trasformando una squadra ferita in un gruppo vincente.


Ha detto bene Conte: “Ora noi possiamo raccontarlo, mentre gli altri lo leggeranno”.

Se questo non è un capolavoro, allora forse abbiamo tutti l’anello al naso.


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Sì, è vero: De Laurentiis lo ha portato a Napoli, ma è stato un matrimonio di convenienza. Chi ne esce vincitore? L’uomo che non aveva le reali condizioni per vincere e l’ha fatto lo stesso. L’Inter aveva tre squadre; il Napoli, forse nemmeno una. Ma ha avuto Lukaku, McTominay (27 gol in due senza contare gli assist!), un ritrovato Di Lorenzo, un esaltante Politano, un solido Rrahmani, un Meret decisivo in alcune partite, il solito Lobotka, un Anguissa con la valigia ma sempre pronto a lottare per questi colori.

Un gruppo firmato Conte. Gli abbracci in campo e in sala stampa, i cori dei tifosi, i cuori battenti: tutto parla della sua presenza.


IL PENSIERO DEL GIORNALISTA TIFOSO


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Io ho vissuto l’epoca di Maradona. Diego era certezza, magia, speranza. Oggi viviamo di condottieri. Non abbiamo un fuoriclasse come lui, ma abbiamo trovato in Antonio Conte la nostra certezza. Non in un piede sinistro, ma in una mente lucida e un cuore che batte per questi colori. È lui il vero “manico”, il timoniere della rinascita. È grazie a lui che oggi possiamo parlare di Champions, di crescita, di ambizione.


Ma tutto questo può svanire se la società non dimostrerà finalmente di voler diventare grande. Non con le parole, ma con i fatti. Non con i salottini dello stadio dei sogni, ma con investimenti, strutture, e soprattutto rispetto per chi ama questi colori.

De Laurentiis, ora tocca a te. Dimostra che hai capito. Dimostra che gli errori non si ripeteranno. Oppure, saliremo su quel pullman, sì… ma senza sapere se ci sarà un altro viaggio da festeggiare.


Grazie Antonio Conte. Grazie ragazzi. Forza Napoli Sempre!!!


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