Napoli, Quando la Paura di Vincere Diventa la Tua Peggior Nemica!
- Rosario Caracciolo
- 12 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Di Rosario Caracciolo, il Giornalista Tifoso

Due punti gettati al vento, come coriandoli in una domenica grigia contro il Genoa. E oggi ne restano appena uno. Uno solo, maledettamente prezioso, ma anche fragilissimo come un cristallo. È questo il lascito del pareggio del Maradona contro un Grifone giovane, coraggioso, perfino sfrontato, portato a Napoli da un Vieira che ha fatto tutto il possibile per lasciarci tre punti e andarsene con gli applausi.

Ma il problema non è il Genoa, non è il portiere svizzero all’esordio, non sono i ragazzini in difesa, non è neppure il baby Ahanor che ha confezionato il gol del momentaneo 1-1. Il problema è il Napoli. Il problema è Antonio Conte, e lo diciamo con tutto il rispetto per un tecnico che ha dato un'identità, ma che ora sembra temere proprio quella parola: vincere.
Perché? Perché a Lecce è andata bene. Con l’ Empoli ed il Monza altrettanto …. Ma non può sempre andarti bene?. Oggi l'hai pagata cara, molto cara. Giacomo Raspadori, che stava facendo il Kun Aguero, lo togli. Politano, scoppiato da tempo, resta in campo fino al cross che genera il 2-2. Olivera da centrale? Un suicidio tattico!. Con Rafa Marin in panchina, alto 1.92, è un insulto alla logica. E infatti Vasquez gli mangia in testa e ci castiga. Gol inevitabile, da squadra che ha paura di osare.

La verità è che il Napoli si è innamorato del proprio equilibrio. Ma quando giochi per lo scudetto, l’equilibrio non basta. Serve fame. Serve coraggio. Serve voler affondare l’avversario quando è alle corde. Ma tu no. Fai 2-1 al 64’, ti abbassi, pensi a gestire. Pensi di essere la Juve di Trapattoni, ma non lo sei. Sei il Napoli. Hai uno stadio che canta e che ti spinge, e invece tu ti metti a difendere un golletto con dentro Billing e con Neres che entra a 5 minuti dalla fine. Ma allora perché portarlo in panchina?

Okafor? Sparito. Eppure contro l’ Inter ha inciso (suo l’ assist per il pari di Billing!) eccome. Ma nessuno osa disturbare il manovratore. Conte non si tocca, anche quando la squadra rinuncia a se stessa.
E intanto si fa male Lobotka, dopo 12 minuti. Non stava bene, ma si è forzato il rientro. Risultato? Problema serio. Gilmour entra e non demerita. E allora la domanda è semplice: perché non ha giocato titolare?

La verità, amara e dolorosa, è che questo Napoli non dà garanzie! Non le ha date a Monza, né a Lecce, né contro il Genoa. Vince per episodi, non per superiorità. Eppure è primo. Ancora primo. Con uno stramaledetto punto di vantaggio.
Ma ora c'è Parma. E lì non puoi sbagliare. Perché il Parma non è salvo, ha qualità, ha corsa, ha fame. All'andata fu una partita da incubo, risolta solo grazie a un Harakiry di Suzuki. Ora non puoi aspettare la fortuna. Devi costruirti la vittoria. Devi giocare da capolista.
Sperare che l’Inter lasci punti contro Lazio o Como è da ingenui. L’Inter è più squadra, più abituata, più forte. Ma il Napoli ha una chance, forse l’ultima: vincere a Parma e chiuderla col Cagliari al Maradona.

Allora, caro Antonio Conte, ora serve tutto. Non basta più l’astuzia, la prudenza, il controllo. Ora serve cuore, gioco e coraggio. Perché uno scudetto non si difende. Si va a prendere.
Non si' e costruiti per vincerlo...Ma se si perde e un vero delitto!!!! Serve un " Branco di Cannibali!"

E allora ditecelo: cosa vi fa così paura di questo Napoli? Forse la sua storia recente, che vi brucia ancora, con uno scudetto vinto da solo, contro tutto e tutti? O forse quel popolo che, nonostante mesi di buio, di parole gettate al vento e di critiche meritate, oggi è ancora lì: ad applaudire, a sperare, a cantare per una squadra che deve solo ritrovare sé stessa?
Perché è questo il punto, amici miei occorre un "Branco di Cannibali!" Questo Napoli, quello di Conte, si sta giocando un’occasione immensa. Ha il destino nelle sue mani, ma sembra aver paura di stringerlo. E in questo gioco di equilibri, di cambi conservativi, di gestioni eccessive, si rischia di buttare via tutto. Non per colpa del destino, ma per colpa della paura.Sì, la paura di vincere, che ti blocca, ti rende rigido, ti fa giocare a non perdere, ti fa scegliere Olivera centrale con Rafa Marin in panchina, ti fa mettere Neres al minuto 85, ti fa togliere un Raspadori ispirato per dare spazio solo al copione, non all’istinto.
E mentre accade tutto questo, il popolo napoletano – quello vero – non smette di crederci. Perché sa che questa squadra può e deve dare di più. Perché ha visto le notti magiche del passato, e sa riconoscere quando il fuoco sta per spegnersi. Ma non lo accetterà mai. Non senza lottare.
Il pareggio col Genoa è una ferita, come lo è stato quello col Monza, ma siamo ancora vivi. Ancora primi. E a differenza dell’Inter, che ha perso lo scudetto giocando bene ma lasciando punti qua e là, noi lo possiamo vincere con la cattiveria, con il sangue negli occhi, con l’identità che Conte ci ha dato e che ora sembra trattenere con troppa prudenza.
Antonio, questo popolo è con te. Ma devi ascoltarlo. Devi sentirlo. Devi tornare ad allenare per vincere, non per gestire. Perché chi gestisce, in questa Serie A, perde. Chi osa, chi attacca, chi fa paura, invece vince. E tu sei venuto a Napoli per vincere. Non per pareggiare in casa con il Genoa.
Adesso vai a Parma, metti dentro tutto: idee, cuore, gamba, coraggio. Lascia a casa i dubbi, le paure, i calcoli. Fai giocare chi è pronto, chi sta bene, chi può dare. Non chi “dovrebbe”. Non chi “forse”.
Perché questa gente vuole crederci fino all’ultimo secondo. E non ti perdonerà mai se sarà la paura – non l’avversario – a strapparle il sogno. Ora o mai più, Napoli. Il momento è adesso. Lo scudetto va preso con la rabbia di chi ha fame e con la serenità di chi sa che può farcela.
Ma senza più paura. Mai più. Forza Napoli Sempre!!!!
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