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Conte-Napoli: Ancora Settantadue Ore!

  • Immagine del redattore: Rosario Caracciolo
    Rosario Caracciolo
  • 28 mag
  • Tempo di lettura: 4 min

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Ancora 72 ore! Con la "benedizione" di Russell Crowe. Questo è il tempo che si è preso Antonio Conte per decidere se restare sotto il cielo ardente di Napoli o cedere alle sirene del Nord, per riprendere il cammino in un’altra terra. Una scelta che non riguarda solo il futuro di un tecnico, ma tocca il destino di un popolo intero, di una squadra campione d’Italia, di una città che da sempre, e più che mai oggi, merita rispetto.

Ieri, nella sua residenza romana, Aurelio De Laurentiis e Conte si sono incontrati. Un lungo, lunghissimo colloquio. Non si è trattato di formalità. Nessun brindisi o sorrisi per la stampa. Conte ha chiesto garanzie. Ha chiesto chiarezza. Ha chiesto un progetto. E ha fatto bene.

Perché se è vero che il contratto lo lega al Napoli fino al 2027, è altrettanto evidente che l’esperienza dell’ultimo mercato invernale ha lasciato ferite aperte, interrogativi urgenti, e soprattutto il desiderio di mettere i puntini sulle "i" prima di affrontare una stagione che vedrà il club azzurro impegnato su quattro fronti: Campionato, Champions League, Coppa Italia e Supercoppa Italiana.


Ma c'è qualcosa che sorprende. Perché un uomo che davvero vuole restare, difficilmente ha bisogno di 72 ore per pensarci. Eppure, la sua esitazione è lì, in primo piano, mentre l’eco delle sue stesse parole riecheggia tra i vicoli di Spaccanapoli: “Napoli non è un punto di partenza, ma un punto d’arrivo.”


UN’ISOLA FELICE


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Chi conosce Antonio Conte sa che il suo mondo personale è tutto fuorché marginale. E allora diventa interessante notare come sua moglie Elisabetta, il fido collaboratore Gabriele Oriali e gran parte dello staff tecnico non vogliano lasciare Napoli. Hanno trovato un’isola felice, in una città che li ha accolti con amore, rispetto e calore umano. E Napoli non mente quando ti ama. Ti abbraccia, ti celebra, ti consacra.

Eppure, siamo qui, ad attendere. Sospesi.Perché nonostante nessuno scommettesse un euro sul Napoli campione d’Italia, quella realtà si è materializzata. Malgrado un mercato insufficiente, una rosa falcidiata dagli infortuni, e la mancanza di rinforzi decisivi, il Napoli di Conte ha vinto. Ha vinto con il cuore, con il gruppo, con la città.


LE VELENOSE VOCI DEL NORD


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C'è un’altra partita in corso, e si gioca a colpi di maldicenze. I soliti noti: Michele Criscitiello, Tuttosport, La Gazzetta dello Sport, Chirico, Zuliani e compagnia cantante. Tutti impegnati a spingere Conte verso la Juventus. Come se il tecnico fosse un automa da telecomandare, e non un uomo capace di scegliere il cuore al posto del tornaconto.


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E che dire della stampa torinese? La narrativa è chiara: Conte deve   tornare, con Giuntoli già messo alla porta( Vedi Napoli e poi…), insomma  il disegno è pronto. Una Juventus che non ha ancora fatto pace con se stessa, che richiama i suoi figli dispersi per riprendersi ciò che sente di aver perso: il comando. Ma davvero Conte lascerebbe Napoli, oggi? Lasciare una squadra campione d’Italia, un progetto ambizioso, un De Bruyne in arrivo, per ricominciare in una realtà ancora scossa da inchieste, bilanci truccati e ritorni inquietanti?


UNA SCELTA CHE NON È TECNICA, MA UMANISSIMA


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Il punto non è tecnico, ma profondamente umano.Conte sa perfettamente cosa significhi lavorare a Napoli. Sa quanto sia difficile, ma anche quanto sia esaltante. E forse, dietro la sua esitazione, c’è la consapevolezza che non sarà mai amato altrove come qui. Qui dove il suo nome è sussurrato con devozione. Qui dove, nonostante errori e scelte discutibili, non gli è mai stato voltato le spalle. Qui dove il popolo lo ama come un figlio del Sud, come un condottiero che ha riportato il tricolore ai piedi del Vesuvio.


E ADESSO?


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E adesso? La sensazione e che stampa e tv ITALIOTE! l’ufficialità di Massimiliano Allegri per incastrare tutto. Ma Conte ha già firmato con il Napoli, ha accettato questa piazza, ha vinto. E cosa più importante: ha fatto tesoro degli errori altrui, anche di quelli del suo presidente. Perché va detto: De Laurentiis, quest’anno, ha fatto il presidente come mai prima. Ha ascoltato, ha delegato, ha investito.

Kevin De Bruyne, anche a 34 anni, resta un colpo da fuoriclasse. E ne arriveranno altri. Questo Napoli ha l’ambizione di arrivare in semifinale di Champions League, e punta a consolidare la sua statura europea. Ma per riuscirci serve la guida di Conte, la sua grinta, la sua fame, la sua ossessione vincente.

 

🖊️ IL PENSIERO DEL GIORNALISTA TIFOSO


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Se dopo un colloquio di quattro ore, che sicuramente avrà garantito progettualità, mercato, potere decisionale, servono ancora 72 ore per decidere, allora qualcosa non torna.E da tifoso, prima ancora che da giornalista, lo dico: mi sento preso in giro.Perché Napoli non è una tappa di passaggio. Napoli è l’apice. È dove si arriva, non da dove si parte.

Che ci sia nostalgia della Juventus è comprensibile. Ma quel club non esiste più. Quella società sta per riabbracciare Andrea Agnelli, il presidente delle plusvalenze fittizie, delle invenzioni da bilancio, colui che con Conte non si lasciò da amico, ma con un taglio netto, aspro, insanabile. E questa sarebbe l’alternativa?

E mentre Sportitalia già canta la sua sinfonia juventina, io guardo Napoli.Una città pronta a lottare ancora. A sostenere il suo tecnico. A credere in lui.Napoli ha dato tutto a Conte. Affetto, silenzio quando serviva, pazienza anche nei momenti più critici. Gli ha perdonato scelte confuse, cambi tardivi, eppure non gli ha mai tolto amore.

E adesso Conte deve capire cosa lascerebbe. E più ancora: cosa andrebbe a trovare.La verità è che nessuno al mondo gli darà quello che Napoli gli ha già dato.E allora, Antonio, non servono altre parole.Affacciati a quella finestra, guarda questo popolo che t’implora con dignità: “Resta con noi, per vincere ancora!”

ADDA' PASSÀ 'A NUTTATA. MA TU, MISTER, CE PUÒ FA RICOMINCIARE 'O JUORNO. Forza Napoli Sempre!!!

 
 
 

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